venerdì 10 luglio 2015

Grazia Gotti. A scuola con i libri





Io ho una zia che abita a Bologna. Annualmente, a Pasqua di solito, si va a trovarla. Il viaggio è di quelli che ricordano i peggiori anni '50: in cinque stretti nella station wagon di mio padre, senza poter aprire i finestrini perchè altrimenti alla nonna viene il torcicollo, all'andata si parla solo di pettegolezzi di scarsissimo interesse, al ritorno si parla di pettegolezzi di ancor più scarso interesse, L'arrivo a Bologna, insomma, è una liberazione. Il problema è che una volta abbandonato l'infausto destino dell'abitacolo, si entra in quello dell'appartamento al sesto piano senza ascensore della zia; se ne uscirà, sazi a volontà, solo cinque ore dopo, pronti a rinchiudersi di nuovo nell'auto. Insomma, io la domenica di Pasqua la passo in apnea, ecco. Durante queste trentennali apnee, quindi, io Bologna non l'ho vista mai. E quando scrivo mai, significa che fino a pochi anni fa ero convinta che Bologna fosse l'appartamento al sesto piano senza ascensore di mia zia e famiglia. 
Poi, un anno, quasi in procinto della fine del Liceo, scopro che Bologna è la città della libreria Giannino Stoppani, un posto meraviglioso nel pieno centro della città. Ne parlo con mia madre, e decidiamo di andare a Bologna solo per vedere quella libreria per ragazzi, insomma, ci prepariamo a una rivoluzione per le abitudini della mia famiglia.
Avevo 18 anni e non ero mai entrata in una libreria per ragazzi, perchè nella mia città non ce n'erano, rimango a bocca aperta: il grande bancone centrale, gli scaffali di legno scuro, i soffitti alti, tantissimi libri colorati e in edizioni bellissime, un reparto classici da perderci la testa. Da li ho iniziato ad amare i libri per bambini anche se ormai ero troppo grande.


 Diversi anni dopo, facendo delle ricerche per la libreria dove lavoro, incappo in un libro della collana Bur Ragazzi, che attira la mia attenzione: "A scuola con i libri" di Grazia Gotti, una delle fondatrici della mia amata libreria Giannino Stoppani di Bologna. Quello che più mi colpisce è il sottotitolo: "avventure di una libraia-maestra", perchè anche io, oltre a lavorare in libreria, sono una specie di maestra, in realtà do ripetizioni, ma diciamo che gli interessi sono simili.


Grazia Gotti è da trent'anni una lettrice di libri per bambini. Che già questa cosa fa ben sperare: un adulto che dichiara di leggere libri per bambini, secondo me, è un adulto che i bambini li capisce fino in fondo perchè ha ancora quella capacità di sognare e usare la fantasia. Infatti, nella lettura, il testo non lascia delusi: è un saggio bellissimo che spiega come partire dagli interessi più accattivanti per i bambini per aumentare il loro interesse nei confronti della lettura. Gotti parte da una tesi di fondo che secondo me funziona benissimo: la curiosità del bambino non ha limiti, sta all'adulto dargli gli strumenti per approfondirla e accompagnarla verso nuove scoperte. Nelle primissime pagine del libro l'autrice racconta dell'incontro che in realtà ha poi cambiato tutto il corso della sua vita, quella con Antonio Faeti, titolare della prima cattedra di Letteratura per l'infanzia all'Università di Bologna. L'illustrazione è il filo conduttore dell'opera della libraia-maestra. Infatti è tramite l'illustrazione che da bambini ci avviciniamo alla lettura, i segni grafici in realtà non hanno ancora senso. Solo dopo arriva la voglia di "leggere da soli", per chiudersi in un mondo che solo la nostra fantasia può interpretare, togliendo il filtro della lettura ascoltata da altri, il bambino scopre il piacere dell'atto della lettura. Tutto, però, parte dalle figure. Infatti, il testo della Gotti dedica diversi capitoli al racconto di gite scolastiche con destinazione mostre di pittori, musei, città d'arte. Lei stessa, ammette, che durante quelle gite conosceva autori, pittori di cui non sapeva nulla. Il segreto è tutto in questi racconti, l'autrice fa intendere che la curiosità con cui si approcciava alle cose, stimolava la voglia di conoscenza dei suoi alunni.
La seconda parte del libro, intitolata "Dalla classe al paese: pensieri, progetti, politica della lettura" si apre con un meraviglioso capitolo su metodi per incentivare la lettura fra i ragazzi già dalla scuola: c'è chi sceglie quello a "stellette" ("consiste", cito, "nell'apporre una stella d'oro o d'argento vicino al nome del bambino lettore, e la somma delle stelle serve a guadagnarsi un premio di maggioranza sul voto di italiano"), altri la lettura diretta in classe di un libro, magari anche dopo aver frequentato un corso di lettura espressiva. L'autrice propende decisamente per il secondo, e dal mio punto di vista a buona ragione. Il bambino è sicuramente più stimolato a una lettura che stuzzichi la sua fantasia, soprattutto se è il primo approccio ai libri.
I restanti capitoli toccano moltissimi temi, anche molto attuali, di come la lettura sia stata un po' dimenticata dalle istituzioni e di conseguenza, anche dalla scuola.
Trovo molto ben curata e ricca di spunti anche la bibliografia che accompagna la fine di ogni capitolo. 
Questo libro lo consiglio a : genitori che si chiedono come mai i figli non riescano a scrivere un tema decente, librai che hanno bisogno di spunti per migliorare il loro settore di letteratura per l'infanzia, futuri librai intenzionati ad aprire una libreria per bambini, genitori curiosi di ragazzi poco ricettivi.
Buona Lettura

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